TIVOLI


Tivoli è un comune italiano di 56 561 abitanti[3] della città metropolitana di Roma Capitale nel Lazio. Il territorio comunale di Tivoli occupa le pendici dei monti Tiburtini tra la Campagna romana a ovest e il territorio dei comuni di Castel Madama e Vicovaro nell'entroterra est della provincia di Roma. Antica città latina con il nome Tibur, chiamata da Virgilio con il titolo di Tibur Superbum (Eneide, Lib. VII) che tuttora campeggia nello stemma cittadino, si vanta di essere più antica di Roma, secondo lo storico Dionigi di Alicarnasso sarebbe stata fondata dagli Aborigeni in conseguenza del rito della primavera sacra[5]. L'insediamento arcaico nacque e si fortificò sulla riva sinistra dell'Aniene ad opera dei Siculi, dove successivamente sorsero dapprima le fortificazioni nell'attuale contrada di San Paolo (presumibilmente nei secoli XI-X a.C.) e successivamente (VIII-VII sec.), avvicinandosi gli abitanti al fiume, l'acropoli e gli edifici antichi (dove sarebbero tornati poi ad arroccarsi i cittadini tiburtini del Medioevo), avvantaggiandosi della posizione dominante sul guado che costituiva il percorso più breve per la transumanza delle greggi fra l'Agro Romano e l'Abruzzo, lungo la direttrice che sarebbe poi diventata la via Valeria. Ancor oggi la contrada dell'antica acropoli si chiama Castrovetere. Il fatto che l'antica Tibur fosse punto di confluenza di popolazioni diverse (soprattutto Sabini e Latini), è confermato dall'esistenza del grande santuario di Ercole Vincitore[6] (restaurato dal giugno 2011), classico eroe divinizzato di origine greca, protettore dei commerci e dei luoghi in cui si svolgevano, i cui resti sono databili al II secolo a.C., ma che si può far risalire ad un più antico luogo di culto (forse nella zona dell'attuale Ponte dell'Acquoria) comune a popolazioni che si incontravano per commerciare, analogamente a quanto accadeva vicino al guado del Tevere nel Foro Boario già in epoca pre-arcaica. Dopo essere stata definitivamente sottomessa da Roma, in espansione nel IV secolo a.C., fu riconosciuta municipio romano con la Lex Iulia municipalis nel I secolo a.C.. Dalla tarda età repubblicana, Tivoli divenne sede di molte ville di ricchi romani, come testimoniano i numerosi resti. Quelle ancor oggi note e identificate sono attribuite a Orazio, a Cassio, a Publio Quintilio Varo, a Manlio Vopisco (i resti di quest'ultima sono incorporati nell'attuale Villa Gregoriana). Lo stesso Augusto vi soggiornò ed amministrò la giustizia sotto i portici del santuario di Ercole Vincitore.[7] Il culmine di questi insediamenti fu rappresentato dalla villa di Adriano, nel II secolo d.C. Qui a Tivoli,nel 275 d.C.,passò i suoi ultimi giorni la regina Zenobia di Palmira. Nel Medioevo Tivoli fu sede vescovile (nota dall'anno 366) e fortemente implicata nelle contese feudali. Sempre gelosa della propria indipendenza, ma stretta tra i baroni romani e il feudo benedettino di Subiaco, per sottrarsi al patrimonio vescovile si schierò con i ghibellini; tuttavia questo non le risparmiò di dividersi continuamente in fazioni e di rimanere ostaggio della contesa fra i potenti romani, come i Colonna e gli Orsini, per tornare infine, nel XV secolo, nel patrimonio della Chiesa, del cui stato seguì le sorti. Nel 1550 fu nominato governatore di Tivoli il cardinale Ippolito II d'Este (1509-1572), che promosse la realizzazione della celebre villa che dalla sua famiglia prende il nome. La sistemazione di Villa d'Este fu continuata dai suoi successori, il nipote cardinale Luigi d'Este (morto nel 1586) e il cardinale Alessandro d'Este (morto nel 1624). In età medioevale era presente anche una comunità ebraica.[8][9] Nel 1867 la città fu testimone della Campagna dell'Agro Romano per la liberazione di Roma con la colonna garibaldina Pianciani. Negli anni dell'avvento del fascismo (1921-1922) Tivoli, con la giunta Parmegiani, eletta nel 1919 e a forte componente operaia, fu uno degli ultimi comuni d'Italia a guida socialista e comunista, insieme ad Ancona, Parma e Cremona, e la sua strenua resistenza alle pressioni del fascismo romano fu strettamente legata allo sfruttamento pubblico delle acque della cascata per la produzione di energia elettrica, che restò tale fino alla caduta della Giunta. Soltanto un uso massiccio della violenza da parte del Fascismo che all'uopo trasferì a Tivoli il gerarca di Civitavecchia Pollastrini, nonché l'attività di quest'ultimo che tese a dividere le maestranze della Centrale Elettrica, consentì ai fascisti di esautorare, con la complice passività dei regi carabinieri, la Giunta Parmegiani, esiliandone i principali membri. Il fascismo prese il potere a Tivoli e immediatamente la Centrale Elettrica fu privatizzata passando nelle mani della società Anglo-Romana. Tivoli parte antica in una foto del 1972 Durante la seconda guerra mondiale la città, che si trovava sul percorso della ritirata dei nazisti verso il nord lungo la via Valeria, fu duramente e ripetutamente bombardata dall'aviazione anglo-americana, che puntava ad interrompere i collegamenti ferroviari e stradali tra Roma e l'Adriatico[10]. Durante l'occupazione tedesca fu forte la presenza di nuclei partigiani. Ciò comportò sanguinose ritorsioni nonché la distruzione di infrastrutture (come i ponti sull'Aniene, ad eccezione di quello Lucano antico) da parte dei nazisti in ritirata. Fino agli anni settanta del XX secolo Tivoli rimase città a vocazione fortemente industriale e con una solida base operaia, orientata politicamente a sinistra, almeno nelle elezioni sovracomunali[11]. Nella fase di deindustrializzazione che seguì, vi fu anche forte e sentita la contrapposizione politica degli anni di piombo. Numerosi furono gli estremisti di destra anche di rilevanza nazionale provenienti da Tivoli o legati alla città[12][13][14], che espresse comunque, anche per tutto il decennio 1970-80, un fortissimo e preponderante movimento operaio e studentesco legato al PCI e alla sinistra extra-parlamentare nelle sue diverse articolazioni.
  • Tivoli

    Tivoli

  • Tivoli

    Tivoli

  • Tivoli

    Tivoli

  • Tivoli

    Tivoli

Sito web del comune non disponibile

Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati utilizzano cookie necessari al funzionamento e utili alle finalità illustrate nella informativa sulla privacy e cookies. Se vuoi saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la nostra informativa sulla privacy e cookies. Cliccando su Continua, chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o proseguendo la navigazione in altra maniera, accetterai i nostri termini e condizioni. Cookie policy