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BAGNOREGIO


Storia

VI sec., si hanno le prime notizie certe su Balneum Regis (poi Bagnorea, quindi Bagnoregio), menzionata tra le sedi episcopali italiane. Dopo la caduta dell’Impero Romano, Bagnoregio cade sotto il dominio dei Goti e dei Longobardi, infine Carlo Magno la conferisce al Papato. Dopo la conquista franca si alternano al potere vari signorotti feudali tra cui i Monaldeschi, più tardi signori di Orvieto. XII sec., Bagnoregio diventa libero Comune e conosce un periodo di prosperità e vivacità culturale. Pur attratto nell’orbita della vicina e potente Orvieto, riesce a mantenere una relativa autonomia. Nel 1221, nasce a Bagnoregio San Bonaventura. 1348, un’epidemia di peste (quella narrata nel Decamerone da Boccaccio) riduce la cittadina l’ombra di se stessa: in una sola giornata si contano più di 500 morti. Nel 1494, i bagnoresi riescono a distruggere la rocca dei Monaldeschi, liberandosi degli odiati tiranni. Nello stesso anno si oppongono all’entrata in città del re di Francia Carlo VIII, diretto a Napoli con il suo esercito. All’atto eroico non corrisponde la riconoscenza del Papa Alessandro VI Borgia, che due anni dopo abolisce le libertà comunali istituendo il regime dei cardinali-governatori, che sarebbe durato fino al 1612, anno in cui Bagnoregio passa sotto il controllo della Delegazione Apostolica di Viterbo.

1695, un terremoto, aggiungendosi all’opera distruttiva dell’erosione, reca ingenti danni all’abitato di Civita. Nel 1794, un secondo terremoto fa crollare lo stretto ponte naturale che collega Civita alla borgata esterna di Rota. La maggior parte degli abitanti abbandona il colle e si stabilisce a Rota, la contrada sorta nel XIII secolo e che oggi costituisce il centro storico di Bagnoregio. Nel 1867, il primo violento scontro tra le milizie pontificie e i volontari garibaldini passa alla storia come “la battaglia di Bagnorea”. Nel 1870, Bagnoregio entra a far parte del Regno d’Italia.

Da vedere

Collegata al mondo da un unico e stretto ponte di 300 metri, ecco Civita, appoggiata dolcemente su un cocuzzolo, col suo ciuffo di case medievali. Addentrandosi nell’abitato (si fa per dire: vi vivono poche persone), il primo importante monumento che si incontra è la porta Santa Maria,sormontata da una coppia di leoni che artigliano due teste umane, simbolo dei tiranni sconfitti dai bagnoresi. Più avanti la via Santa Maria si apre nella piazza principale, dove si può ammirare la romanica chiesa di San Donato rimaneggiata nel XVI secolo. In essa sono custoditi uno stupendo Crocefisso ligneo quattrocentesco, della scuola di Donatello, e un affresco della scuola del Perugino.

A Bagnoregio meritano sicuramente una visita la rinascimentale porta Albana,il cui disegno è attribuito all’architetto Ippolito Scalza, il tempietto di San Bonaventura, a croce greca e a cupola, e la cattedrale di San Nicola. L’attuale tempio, ammodernato una prima volta nel 1606, ha subito varie modifiche. Tra le cose notevoli, una Bibbia del XII secolo in pergamena miniata, forse appartenuta a San Bonaventura, e la teca argentea a forma di braccio benedicente nella quale si conservano le reliquie del Santo.

Da vedere anche la chiesa romanico-gotica dell’Annunziata,affiancatada uno slanciato campanile del 1735 e ricca di opere pittoriche. Notevoli il chiostro realizzato nel 1524 su disegno dell’architetto Michele Sammicheli e il pozzo centrale del 1604, opera di Ippolito Scalza. Sul bordo orientale del Belvedere, dove c’era il convento francescano, è scavata nel tufo una grotta detta di San Bonaventura. Secondo la tradizione, qui il filosofo adolescente, sarebbe guarito dopo che la madre ebbe invocato Francesco d’Assisi, morto da poco (il 3 ottobre 1226).

Informazioni turistiche

Comune di Bagnoregio, tel. 0761 780815 - 760206 - fax 0761 780837

Pro Loco, tel. 0761 780833

Porta del Parco, tel. 0761 760053

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